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Meglio comprare casa o rimanere in affitto?

Se avessi avuto un euro per ogni volta che un potenziale acquirente di un immobile in appuntamento mi dice:

" Voglio comprare casa perché i soldi spesi per un affitto sono soldi buttati!"

Oggi non starei qui a scrivere sul blog ma sarei steso su una spiaggia bianca con un cocktail in mano, tipo quelli che si vedono nei film, dentro ad una noce di cocco con una lunga cannuccia ed un ombrellino di carta fucsia.

In questo articolo voglio dimostrare in maniera scientifica che questa affermazione è errata. Partiamo dalle "fonti":

Perché in tante persone sono convinte che comprare casa sia SEMPRE meglio dell'affitto?

I nostri genitori (Baby Boomers) sono cresciuti in un'epoca in cui l'inflazione galoppava (decennio '73-'83 il rapporto era a doppia cifra). L'epoca del dopoguerra e dell'equo canone (1978). Una normativa che cercava di arginare gli affitti folli generati dalla scarsità di alloggi e dall'esplosione della domanda abitativa nei centri città o vicino alle fabbriche.

Tanto per fare un esempio, a Torino le famiglie vivevano in soffitte inagibili o negli scantinati pur di essere comodi alla fiat.

Paragonato al rateo di un finanziamento per l'acquisto di una casa, l'affitto era notevolmente più costoso, ma la difficoltà di accedere ad un mutuo e ottenere l'accantonamento necessario per le spese rendeva difficile permettersi una casa di proprietà.

L'acquisto della casa era visto come l'investimento della vita, un tetto sicuro per la famiglia, molto slegato dalla concezione "economica" dell'investimento nel mattone.

Forti di questo retaggio, le giovani generazioni che si trovano ora a cercare casa hanno questa convinzione radicata nelle loro menti, ma vediamo alcuni aspetti socio-economici:

Una volta: si iniziava a lavorare da piccoli, in uno stesso posto di lavoro e si andava in pensione con lo stessa azienda, che impiegava lavoro prettamente fisico, che necessitava di vicinanza al posto di lavoro

Oggi: le aziende aprono, chiudono o vengono acquisite del giro di pochi anni, il lavoro spesso si può effettuare online, senza la necessità di abitare vicino al posto di lavoro, le persone sono più soggette a cambi di lavoro ed a trasferirsi di città

Una volta: si facevano molti figli, si viaggiava poco, si cercava di dare una stabilità alla famiglia, scegliendo un posto dove risiedere e dove far crescere le future generazioni

Oggi: la gente viaggia molto, cambia idea e stili di vita, si fanno molti meno figli e la stabilità è un concetto meno "statico" di una volta.


In questi ultimi anni, il basso costo del denaro ha portato la falsa illusione che una rata di mutuo più bassa del canone di affitto sia sempre una fonte di risparmio.

Quello che la gente non considera è il fattore tempo, determinante per un'analisi costi-benefici.

Se rapportato con lo stile di vita frugale dei nostri genitori e alle tempistiche che intercorrevano tra un cambio di una casa e l'altra, (una volta più generazioni crescevano sotto lo stesso tetto)  la proporzione rata affitto - rata acquisto, forte anche di un gap molto ampio, era a vantaggio indiscusso della rata del mutuo.

Conviene vivere in affitto?

Se proviamo a confrontarci con le esigenze moderne di un potenziale acquirente di casa, non possiamo escludere che in un lasso temporale di 10 anni (in alcuni casi meno), si possa presentare la necessità di un trasferimento per esigenze legate al cuore o al lavoro. Se spalmiamo tutti i costi iniziali di un acquisto (tasse, oneri, provvigioni, spese di manutenzione straordinaria, arredi, miglioramenti etc) in 120 mensilità ci accorgeremo che il totale non è inferiore di un eventuale canone di affitto. Inoltre con l'inflazione bassa e le oscillazioni di mercato, non è raro trovare persone che hanno acquistato a 100 per poi rivendere dopo 6/7 anni con delle perdite di valore del 20/30 % (a volte anche di più).

Oggi posso affermare, quasi con certezza, che se hai acquistato casa tra il 2006 ed il 2011/12 oggi ti ritrovi con un immobile che ha perso tranquillamente più del 10 % del valore rispetto al prezzo che hai pagato per l'acquisto.  Posto che all'epoca tu non abbia fatto un ottimo affare comprando nettamente sotto i valori di mercato dell'epoca.

Anche la flessibilità, termine che ritroviamo spesso nella narrativa moderna, è una qualità che una casa in affitto può offrirti, mentre una di proprietà no. Una casa in affitto la puoi cambiare all'occorrenza e con facilità, senza grosse spese, mentre un immobile di proprietà può subire molte incognite legate al prezzo che si potrà realizzare e può essere meno facile trovare un compratore in base alle caratteristiche della casa.

Esempio classico: i vicini rompipalle. Se sei in affitto prendi e te ne vai, ma se la casa è tua che fai?

Molte volte mi sono trovato a vendere immobili acquistati con superficialità da persone che pensavano di aver fatto un affare, dimostratisi alla fine dei conti, una netta perdita economica.

In sostanza non c'è una risposta adeguata alla domanda " meglio l'affitto o l'acquisto?" perché i presupposti di ogni soggetto sono vari e molteplici. Se entro 10 anni potresti trasferirti, forse l'acquisto non è la soluzione ideale per te. Se invece i tuoi affetti sono ben localizzati, la tua sede di lavoro è a tempo indeterminato (nel senso ampio del termine) e hai già una famiglia con te, allora l'acquisto è una soluzione corretta per il tuo ragionamento a lungo termine.

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