La prima riunione di Christine Lagarde alla guida della Banca Centrale Europea si è chiusa come da previsioni: nessun ritocco dei tassi di interesse di riferimento e sostanziale continuità con la guida dell’ex Mario Draghi. Dunque, il tasso di rifinanziamento principale è rimasto allo 0,00%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale è confermato allo 0,25%, e quello sui depositi presso l’istituto a quota – 0,50%.
Per il futuro, Lagarde si è limitata a ribadire la policy già formulata dal suo predecessore, evidenziando che i tassi rimarranno su “livelli attuali o inferiori” fino a quando l’inflazione non punterà verso il target del 2%. Ma quali saranno i risvolti di quanto nel comparto dei mutui?
Tassi BCE fermi per tutto il 2020
Iniziamo con il condividere qualche riflessione sui tassi BCE. Lagarde ha ribadito che il quantitative easing (il programma di allenamento monetario deliberato dalla precedente amministrazione, con acquisti di titoli di Stato a 20 miliardi di euro al mese) durerà per tutto il tempo necessario e terminerà solamente quando la BCE sceglierà di aumentare i tassi di riferimento.
Pertanto, una chiara indicazione: i tassi BCE aumenteranno solamente nel momento in cui il QE avrà fine. Considerato che il termine del programma non è nemmeno all’orizzonte, non ci rimane che immaginare che per tutto il 2020 i tassi rimarranno su questi livelli, o su soglie inferiori.
E l’Euribor?
Valutato però che la maggior parte dei mutui a tasso variabile sono oggi indicizzati all’Euribor, e non al tasso BCE, giova altresì formulare una breve riflessione su quelle che potrebbero essere le evoluzioni di breve termine di tale parametro.
Ebbene, i tassi futures legati alle proiezioni sull’evoluzione dell’Euribor per i prossimi anni, affermano che l’indice scenderà ancora da qui a giugno 2021, dall’attuale – 0,40 al – 0,55%. Insomma, anche sul fronte dell’Euribor, tutto lascia presagire che il 2020 sarà un anno di tassi molto bassi per il brevissimo termine e per il medio termine (i parametri dovrebbero rimanere in territorio negativo almeno per i prossimi 3 anni).
Conviene indebitarsi a tasso variabile o fisso?
Da quanto sopra emerge una chiara indicazione: i tassi rimarranno bassi per tutto il 2020 e, molto probabilmente, anche per i prossimi anni. Chi ha un mutuo a tasso variabile può dunque dormire dei sonni tranquilli, valutato che non ci saranno certamente sorprese per gli esercizi a venire: naturalmente, l’attendibilità delle previsioni diminuisce man mano che si sposta l’orizzonte temporale e, dunque, le cose potrebbero drasticamente cambiare nel caso in cui si prendano in considerazione le previsioni a 10 o 20 anni.
Per quanto invece riguarda i mutui a tasso fisso, è già evidente come gli indici Eurirs – i parametri utilizzati per poter calcolare i tassi finiti – siano in aumento dalla fine del mese di agosto, quando avevano toccato il minimo storico. Dunque, è probabile che il 2020 possa rappresentare un anno di lieve ma costante incremento di questo parametro, rendendo di conseguenza un po’ meno conveniente indebitarsi a tasso fisso, soprattutto per gli orizzonti temporali meno estesi.